Tutto è velocità
Da qualche anno siamo proiettati verso un mondo sempre più veloce e sempre più immediato: i likes, le emoticon e le reactions sono un sintomo evidente di questa velocità di espressione che riesce a semplificare addirittura le emozioni umane.
Un bisogno di velocità che si manifesta anche in ambito musicale, influenzando i canoni stilistici e concettuali delle moderne produzioni.
In termini di “costruzione”, basti pensare che cinquanta anni fa era impensabile poter registrare un disco di buona qualità lontano da uno studio di registrazione ed era altrettanto impensabile far ascoltare la propria musica alla grande distribuzione senza una corsia preferenziale.
Oggi è possibile registrare musica anche con un computer di fascia media o perfino con uno smartphone da poche centinaia di euro, senza parlare della visibilità della rete che permette di condividere la propria musica con tutto il mondo con un semplice click.
Se guardiamo la questione dal punto di vista compositivo, possiamo fare un ragionamento molto simile: grazie a materiali facilmente reperibili in rete è possibile comporre musica nella maniera più facile e veloce possibile, avendo anche la possibilità di ricorrere a linee melodiche o a beat di batteria preconfezionati ad hoc. Per certi versi è come se fossimo in un grande supermercato dove a noi non resta che scegliere il prodotto che più ci aggrada.

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